L’Associazione Santa Lucia al fianco del CBH

I rappresentanti del progetto Caritas Baby Hospital di Betlemme

Prosegue l’impegno delle associazioni onlus “Santa Lucia” e “Uniti per crescere” a favore del progetto di cooperazione internazionale del Caritas Baby Hospital (CBH) di Betlemme: dal prossimo maggio, il personale infermieristico del CBH avrà la possibilità di svolgere un percorso di formazione presso l’Azienda Ospedaliera di Padova, grazie all’impegno dei diversi partner coinvolti nel progetto e al sostegno economico delle prossime due edizioni della Cena di Santa Lucia.

Lo scorso 16 marzo alcuni rappresentanti delle associazioni onlus “Santa Lucia” e “Uniti per crescere” di Padova, insieme ad alcuni esponenti del mondo universitario, sanitario e politico della città, hanno incontrato i dirigenti del settore sanitario e amministrativo del Caritas Baby Hospital di Betlemme e Suor Donatella Lessio, responsabile della Formazione e dei Progetti internazionali dell’istituto palestinese, per fare il punto sul progetto comune di cooperazione internazionale.

Il progetto ha lo scopo di formare il personale infermieristico del Caritas Baby Hospital, che sosterrà un periodo di formazione presso il reparto di terapia intensiva pediatrica dell’Azienda Ospedaliera di Padova al fine di acquisire competenze professionali in area critica. A partire dal prossimo maggio e per il biennio 2012-13, due infermiere del CBH, a rotazione, seguiranno l’attività ospedaliera per periodi di 20-30 giorni.

Fondamentale il sostegno dei vari partner coinvolti nell’iniziativa: il Dipartimento per la Salute della Donna e del Bambino (SDB) dell’Università degli Studi di Padova e dell’Azienda Ospedaliera di Padova, in collaborazione anche con l’UOC di Pediatria dell’Ospedale “Ca Foncello” di Treviso.

Il progetto nasce da un incontro avvenuto nell’agosto 2010 tra il prof. Giorgio Perilongo, direttore del Dipartimento SDB e presidente dell’Associazione “Uniti per crescere”, e Graziano Debellini, presidente dell’Associazione “Santa Lucia”, rimasti entrambi colpiti da una realtà ospedaliera come quella del Caritas Baby Hospital che, in un territorio particolare come quello palestinese, garantisce un servizio di assistenza sanitaria e prevenzione a tutti i bambini, le madri e le famiglie senza distinzioni di nazionalità o religione.